Introduzione
di Umberto Piersanti
In un'antologia di voci giovani bisogna distinguere il grano dall'oglio, sperando che il primo abbia sempre il sopravvento. In questo caso ritengo che lo abbia. Il loglio è costituito da poeticismi vari, dalle solite asserzioni buoniste sulla società e sulla vita, dalle tante descrizioni scontate dei paesaggi e della natura. Il grano è dato dall'intensità dei sentimenti, dalla verità del discorso: ma, come sosteneva Croce, il sentimento da solo non può bastare a darci un testo artistico, altrimenti sei miliardi di uomini sarebbero poeti, perchè, lo vogliamo sperare, in tutti o in quasi tutti loro c'è una briciola di sentimento. Qui assistiamo talora ad una sapienza di scrittura tanto più reale in quanto non specificatamente "tecnica", da scriba.
Gli autori che sanno operare in questa maniera, hanno una certa capacità di lettura e la capacità, ancora più rara, di assimilare ciò che si è letto e di trasformarlo in una creazione propria: tutti gli autori non possono che risentire di chi è venuto prima di loro. L'importante è che ciascuno porti una punta di originalità (che non è assolutamente da confondersi con la "trovata", con la volontà di stupire ad ogni costo, tendenze oggi così diffuse), un suo accento personale sia pure minimo.
E' importante che tanti si misurino con la scrittura poetica: questo dovrebbe portare, in casi rari alla nascita di veri poeti, nella maggioranza dei casi, invece, ad una percezione più ricca e più autentica della poesia stessa.
Rimane comunque in troppi presente un dilettantismo che non è venuto in contatto con la scrittura lirica contemporanea: è vero, ognuno di noi deve arrivare ad avere una cifra propria, ma quest'ultima non si raggiunge senza una frequentazione soprattutto con quegli autori che vivono lo stesso nostro tempo, i suoi valori e le sue contraddizioni.
Concludo dunque con un consiglio a questi giovani autori: unite alla scrittura la lettura dei testi contemporanei.
Se qualcuno di voi diventerà un poeta autentico forse potrà sperare in un pubblico più ampio di quello attuale, pubblico da archeologia assira.
Scrivere poesie è un bene, leggerle è molto di più.