Prefazione
di Vincenzo Zollo
Eccoci giunti alla nuova edizione del nostro “PROVE - Scritti inediti” che continua inesorabile il suo cammino, cercando di offrire uno spaccato del fervore letterario che ci circonda. Un impegno arduo che attraversa trasversalmente il tempo, a partire dal 1999, data del nostro esordio.
E così ci balzano agli occhi alcuni fattori che paiono in qualche modo seguire ed influenzare lo scrivere dei nostri autori. Elementi legati senza dubbio al disagio dei tempi che stiamo vivendo, sia nel nostro piccolo – la mancanza di ideali, la prevaricazione del consumismo, l’indifferenza e l’assenza di amicizia –, che a livello più generale – l’avversione alla guerra, l’impotenza di fronte alla povertà ed alla fame, l’indifferenza ed inutilità della politica –. La crisi che ha travolto la nostra società sta quindi segnando una chiara traccia del suo passaggio anche nelle composizioni che lasciamo in eredità ai nostri futuri lettori.
Di contro, invece, si scorgono sopravvivere indenni quei temi storicamente appartenenti alla poesia e ad essa legati a doppia maglia, quasi in una sorta di “do ut des”: l’amore per una persona o per i figli, la fede ed il credo religioso, l’importanza della famiglia come istituzione, il patriottismo.
Ciò fa capire, quindi, quanto questo concorso sia un reale specchio della nostra attuale civiltà, e quanto gli autori continuino a tutti gli effetti ad utilizzare la scrittura, e più in particolare la poesia, per assolvere principalmente a due compiti: quello di raccontare i problemi della vita quotidiana – siano essi legati ai temi dell’attualità o ai grandi misteri dell’esistenza – e quello di dare voce ai propri sogni e desideri.
Constatare e raccogliere questo risultato è per noi molto importante, oltre che fonte di orgoglio, in quanto ci conferma di aver colpito nel segno, di essere giunti dritti al bersaglio: il nostro “PROVE” ha la forza di dare voce ai nostri tempi attraverso le persone comuni, offrendo a tutti una chance per farsi conoscere e per poter sottoporre al grande pubblico il proprio scrivere ed il proprio esistere, dimostrando che l’Arte con la A maiuscola – sia essa scrittura, pittura, musica… – non è esclusiva di chi ha nomi altisonanti, o è già affermato o “famoso”, ma risiede in tutti noi ed ha solo, a volte, necessità di essere trovata e tirata fuori. Come scrisse in una sua lettera Gustave Flaubert «un tempo si credeva che lo zucchero si estraesse solo dalla canna da zucchero, ora se ne estrae quasi da ogni cosa; lo stesso per la poesia, estraiamola da dove vogliamo, perché è dappertutto».